Grandi emozioni quando dal fondo della platea ha fatto il suo ingresso il Direttore d’Orchestra Francesco di Mauro che, giunto innanzi alla buca, già occupata dai componenti della Catania Philharmonic Orchestra, ha aperto il cancelletto prendendo posto.
L’Inno d’Italia, con gli spettatori tutti in piedi, ha contribuito a rendere solenne l’atmosfera di quei momenti.
Poi, si è dato inizio all’Opera e, sin dalla prima scena, si è notato che la scenografia accoglieva dei immagini digitali che hanno fatto da sfondo alle scene di cui si compongono i tre atti de “La Traviata”, donando una nota di modernità e impreziosendo la lettura dell’Opera di significati simbolici. Il tutto, sempre nel rispetto del libretto di Francesco Maria Piave, tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio) “La signora delle camelie”.
La musica di Verdi, è stata resa ancor più sublime dalla Catania Philharmonic Orchestra, eccellentemente diretta dalla pregevole bacchetta del grande Maestro Francesco Di Mauro, capace di creare fortissime suggestioni.
Nel ruolo di Violetta Valery il soprano Claudia Urru, che ha suscitato gli applausi del pubblico a conclusione delle arie più famose. Apprezzati anche il baritono Cesare Kwon nel ruolo di Giorgio Germont e il tenore Rosolino Claudio Cardile nel ruolo di Alfredo Germont. Brave interpreti anche il mezzosoprano Gabriella Aleo nel ruolo dell’audace Flora Bervoix e il soprano Maria Mellace nel ruolo di Annina.
Particolarmente suggestivo il secondo quadro del I Atto, nel quale, davanti al fondale recante uno scorcio del celebre dipinto del cesto di fiori di Eugène Delacroix, tre danzatrici hanno mirabilmente interpretato le tre Grazie del Canova.
Le danzatrici, armoniose e belle secondo i canoni dell’estetica classica, in principio immobili, man mano che viene fuori il tormento di Violetta, che sulla scena affronta Giorgio Germont, cominciano a disgregarsi muovendosi con movimenti lenti e con grande espressività.
È questo un quadro di grande bellezza e infinita eleganza, frutto di una felice intuizione dell’innovativo regista Lorenzo Lenzi, che ha voluto fortemente proporre “La Traviata” in un’ottica moderna e senza filtri e ci è perfettamente riuscito.
Nel secondo atto, durante la festa in maschera a casa di Flora, entrano in scena le zingarelle impersonate qui da tre bravi danzatori, che nelle loro gonne sgargianti si esibiscono in molteplici virtuosismi e leggono la mano ai padroni di casa. In seguito giungono i mattadori, impersonati da quattro danzatrici che, con grande potenza e presenza scenica interpretano un ruolo maschile per tradizione.
L’inatteso e inedito scambio dei ruoli è stato realizzato ne “La Traviata” del Sicilia Classica Festival, egregiamente, grazie alle coreografie di Stefania Cotroneo che, con grande esperienza e competenza, ha sposato abilmente le innovative scelte registiche con le doti tecniche ed espressive dei danzatori Marco Angellotti, Samuele Di Vita, Aurora Giordano, Jacopo Lazzaro, Giada Minissale, Miriam Nuzzo e Paola Saribas.
Anche il Coro lirico del Mediterraneo, coro ufficiale del Sicilia Classica Festival sin dal 2018, ha ben contributo al successo dell’Opera.
Una Traviata che ha offerto una rilettura in chiave moderna ed è giunta gradita agli occhi e al cuore.
Ester Isaja